Bruciando, il legno rilascia nell'atmosfera un quantitativo di CO2 pari a quello sottratto all'atmosfera e accumulato negli alberi durante la loro crescita. Riscaldare ricorrendo al vettore energetico legna è quindi neutrale dal punto di vista del bilancio della CO2, escluse le emissioni derivanti dalla raccolta, il trasporto e la lavorazione del legname. L’energia del legno viene prodotta in primo luogo direttamente nelle foreste con la raccolta degli assortimenti di qualità inferiore e dei cimali e della ramaglia e, d’altra parte con la valorizzazione dei cascami prodotti dalle segherie, del legno vecchio e da quello prodotto durante gli interventi di manutenzione il paesaggio.
Vincitori e perdenti
Un maggiore utilizzo di legname da energia nel bosco non solo aiuta a combattere contro il riscaldamento globale del clima, ma contribuisce altresì alla salvaguardia della diversità delle specie. Le specie termofile ed amanti della luce beneficiano dell'evoluzione a breve e medio termine delle condizioni di vita che si creano dopo le utilizzazioni di legname. Questo è particolarmente importante, tenuto conto che le foreste svizzere negli ultimi decenni sono divenute più dense ed oscure.
Una intensificazione dello sfruttamento del legname da energia di origine forestale comporta tuttavia anche effetti negativi. A soffrirne sono in particolare le specie la cui sopravvivenza dipende da alberi invecchiati, dall’esistenza di boschi di fase di senescenza e dall’abbondanza di legname morto. Molte di queste specie sono attualmente minacciate, poiché il loro habitat è spesso insufficientemente rappresentato nelle foreste gestite.
Fig. 2 - Gli insetti saproxilici come il Colydium elongatum qui raffigurato, dipendono nella loro esistenza dal legno morto. Le larve e gli adulti di questa specie di coleottero sono predatori di altre specie che colonizzano principalmente il legno appena morto, come ad esempio gli scolitidi. Di conseguenza, esemplari di C. elongatum saranno attratti da cataste di legname da energia, all’interno delle quali troveranno molti larve di scolitidi. Foto: Ekkehard Wachmann
Com’è l’evoluzione dei quantitativi di legno morto?
Negli ultimi decenni, i volumi di legno morto sono aumentati notevolmente a livello di nazione svizzera, in particolare a seguito delle due tempeste Vivian (1990) e Lothar (1999), e a causa della mancanza di redditività nella raccolta di legname nelle aree boschive difficilmente accessibili. Al tempo stesso, la consapevolezza della popolazione e degli operatori del settore in relazione all'importanza ecologica di legno morto è aumentata. Questo sviluppo è apprezzabile, anche se i volumi di legno morto nei boschi svizzeri rischiano di calare ulteriormente nei prossimi decenni, considerato che l'aumento della domanda di legname da energia comporterà un aumento dell’intensità della utilizzazione di questa risorsa.
La ragione principale di una futura diminuzione del legno morto potrebbe risiedere nell’adozione di sistemi di utilizzazione basati sulla raccolta di alberi interi. In casi simili, non solo i fusti legnosi vengono estratti dai boschi, ma anche la relative chiome. Dopo l’esecuzione di tagli di bosco simili, i volumi di legno che rimangono all’interno dei popolamenti boschivi sono praticamente inesistenti. Inoltre, vengono sempre più spesso raccolti anche assortimenti legnosi di scarsa qualità, che finora rimanevano all’interno delle foreste. Questo è il caso ad esempio di alberi habitat, provvisti di cavità preziose da un punto di vista ecologico.
Se in futuro le utilizzazioni di legname da energia diverranno più redditizie, prima o poi saranno tagliati anche i popolamenti boschivi che non erano più stati sfruttati da decenni e che pertanto accolgono dei volumi di legno morto simili a quelli presenti nelle foreste naturali e in quelle primordiali. Per lo stesso motivo, un domani potrebbe essere più difficile predisporre nuove riserve forestali e isole boschive di alberi secchi o invecchiati, oppure rinnovare i relativi contratti di non gestione, che giungeranno a scadenza.
Coleotteri nelle cataste di legname da energia
Il legname da energia di origine forestale viene raccolto principalmente in autunno e in inverno. Il legname accatastato (figura 1) rimane in bosco in deposito a stagionare durante tutta la stagione estiva successiva. Questi depositi di legname attirano numerosi coleotteri xylobionti, che vi trovano condizioni favorevoli per deporre le loro uova (figura 2). Dal momento che il legname verrà presto cippato, le larve di molte specie non riescono a completare il loro sviluppo, situazione che può causare alla diminuzione delle relative popolazioni o addirittura provocare l’estinzione locale di determinate specie. L'impatto di queste "trappole ecologiche" sulle popolazioni di coleotteri xylobionti è attualmente l’oggetto di studi presso l'Istituto federale di ricerca WSL (figura 3).
Utilizzare i boschi senza trascurarne la tutela
Sia la salvaguardia della biodiversità che la riduzione delle emissioni di CO2 sono componenti essenziali dello sviluppo sostenibile. La sfida principale consiste pertanto nel conciliare un aumento delle utilizzazioni di legname da energia, con le esigenze di specie la cui vita dipende dall’esistenza di vecchi alberi e di legno morto. La risoluzione di questo dilemma richiede l'impegno da parte di tutti.
La ricerca, in collaborazione con i servizi forestali, dovrebbe sviluppare le basi decisionali per identificare e adottare nella pratica dei provvedimenti mirati adeguati. Questo riguarda, ad esempio, la localizzazione sul territorio delle cataste di legna da energia, degli alberi habitat o la gestione dei cascami prodotti durante le utilizzazioni (sgombero delle tagliate). Sarà possibile raggiungere un equilibrio tra utilizzazione del legname da energia e biodiversità solo se tutti gli attori coinvolti uniranno i loro sforzi.
Traduzione: Fulvio Giudici (Sant’Antonino)