Molte specie esotiche invasive, come l'ailanto, crescono sempre più frequentemente anche all’interno dei boschi. Una nuova mappa di distribuzione dimostra che questa specie è presente non solo nel Sud della Svizzera, ma anche in molte altre regioni situate a Nord dell’arco Alpino - tra le altre, in oltre 90 località boschive.
Da alcuni decenni l'ailanto (Ailanthus altissima), una specie nativa della Cina, si sta diffondendo in modo invasivo in tutti i continenti abitati. L'albero, a foglie decidue, è una specie dioica (n.d.t.: con alberi maschili e femminili differenti). Raggiunge altezze di 27-30 metri e ha una grande capacità di colonizzare nuovi habitat. Il gran numero di semi dispersi dal vento e la sua propensione a produrre numerosi polloni caulinari e radicali favoriscono ulteriormente la sua diffusione.
L'ailanto è poco esigente in fatto di precipitazioni e di terreno. Unicamente la temperatura costituisce un fattore limitante dell’Ailanto, visto il suo temperamento di specie termofila. Una volta che si è insediato in una nuova stazione, esso riesce a crescere molto rapidamente (in giovane età da 1-2 m di crescita in termini di altezza per anno e da 3 a 10 mm di larghezza per gli anelli annuali di accrescimento).
In origine, questa specie arborea è stata piantata in particolare nelle città e nei giardini, in considerazione della sua resistenza al sale e alla siccità, aree a partire dalle quali essa si è progressivamente inselvatichita. Oggigiorno nelle aree urbane l’Ailanto causa danni agli edifici e alle infrastrutture. All’interno delle foreste esso fa concorrenza alle specie indigene, sollevando indizi che la sua presenza potrebbe ridurre l'effetto protettivo delle foreste contro i pericoli naturali. Fino ad oggi l’ailanto è stato principalmente associato con le foreste della Svizzera meridionale poiché sempre più spesso riesce a insediarsi nei boschi di castagni, già alquanto sollecitati e disturbati dalle siccità estive, da diversi agenti patogeni e dagli incendi boschivi.
L’eradicazione degli alberi di ailanto è alquanto difficoltosa e onerosa. Nelle foreste svizzere la lotta contro la sua diffusione è oltretutto resa difficile dal fatto che nei boschi è vietato l'uso di erbicidi.
Dati provenienti da fonti diverse
Fig. 2 - Nei boschi situati alle quote inferiori del Cantone Ticino, l'ailanto si è stabilito in modo puntuale. Foto: Jan Wunder (WSL)
Un rilevamento il più completo e attuale possibile sulla diffusione dell’Ailanto costituisce la base indispensabile per una gestione mirata ed efficace di questa specie. Per perseguire questo obiettivo, il WSL Istituto di ricerca per la Foresta, la Neve e il Paesaggio nell'ambito del progetto “Presenza, ecologia e controllo dell'ailanto nella Svizzera meridionale" ha raccolto numerosi dati sulla diffusione di questa specie invasiva in Svizzera. Le principali fonti di dati e informazioni erano le cartine di distribuzione elaborate dai Servizi forestali cantonali della Svizzera meridionale, i dati sulla presenza segnalati da specialisti al portale InfoFlora e i dati cantonali per il Nord delle Alpi, compreso il Liechtenstein. Inoltre sono stati considerati i dati dell’Inventario Forestale Nazionale svizzero (IFN4) e le osservazioni proprie.
In Ticino e del Moesano la presenza dell’Ailanthus è già da diversi anni ben documentata dai rati raccolti in collaborazione tra i Servizi Forestali locali e il WSL di Bellinzona. La Fondazione "Info Flora" gestisce un centro nazionale di dati e di informazioni sulla Flora della Svizzera. Oltre a quella delle specie autoctone, anche la presenza di specie neofite può essere rilevata e segnalata da persone private tramite internet o Applicazione per Smartphone (www.infoflora.ch). In altri Cantoni i ritrovamenti di queste specie neofite vengono immessi in un proprio Database concernente le neofite invasive.
L’Ailanto nei boschi a Nord delle Alpi
Come era lecito attendersi, la maggior parte delle stazioni svizzere nelle quali è stata rilevata la presenza dell’Ailanto si trova al Sud delle Alpi, sia nelle aree urbane, sia all’interno delle foreste. Sorprendenti sono tuttavia le oltre 90 segnalazioni di ritrovamenti nei boschi a Nord delle Alpi. Questi si trovano negli undici Cantoni di AG, BE, BL, GE, GR, JU, SG, VD, VS, ZG, ZH e nel Principato del Liechtenstein (Fig. 3).
La mappa mostra chiaramente che l’Ailanto spesso si insedia nelle aree urbane. Esso è diffuso principalmente lungo le strade principali e sulle sponde dei laghi. La grande quantità di semi prodotti dagli alberi presenti in molte città svizzere favorisce infatti l’espansione dell’Ailanto nelle regioni più calde dell’Altipiano e nelle vallate percorse dal Favonio. Questa specie è presente principalmente alle basse quote (fino a circa 600 m sul livello del mare), tuttavia in Ticino, l'albero è già stato osservato fino ad un'altitudine di ben 1’300 m sul livello del mare. Le azioni di contenimento che sono già state avviate in alcuni Cantoni non sono state considerate nella cartina di distribuzione citata.
Fig. 3 - Areale di distribuzione dell’Ailanto (Ailanthus altissima), in Svizzera e nel Principato del Liechtenstein. Sono considerati alberi forestali quelli che si trovano ad almeno 10 metri all’interno del margine boschivo. I rettangoli grigi indicano le due regioni oggetto di approfondimento (Fig. 4). Mappe di sfondo riprodotte con l'autorizzazione di swisstopo (JA100118). Stato: aggiornata a maggio 2015.
Fig. 5 - Gli alberi di Ailanto sono in grado di danneggiare edifici e infrastrutture. Allo stadio giovanile l’Ailanto può facilmente essere confuso con il frassino. Foto: Daniela Gurtner (WSL)
Concezione della ricerca sull’Ailanto presso il WSL
All'inizio del 2015 l’Istituto federale di ricerca WSL ha avviato un progetto di ricerca di base dedicato allo studio dell'ecologia e delle dinamiche sul lungo termine riguardanti i popolamenti di Ailanto. A tale scopo si è da un lato eseguito uno studio dendro-ecologico ed eco-fisiologico su popolamenti del Ticino, d'altra parte è prevista la raccolta di dati sul campo in popolamenti di ailanto nel Paese di origine della Cina.
Il progetto costituisce un modulo del Progetto ALIEN, finanziato dai Fondi nazionali di ricerca svizzero e francese, enti che sostengono la collaborazione tra il HAFL di Zollikofen, il WSL di Birmensdorf, l'Università di Berna e l’Istituto IRSTEA di Grenoble. ALIEN include pure esperimenti svolti sul campo e modelli per il calcolo della stabilità meccanica degli alberi, procedimento che dovrebbe consentire di valutare l'attitudine protettiva dei popolamenti di Ailanthus.
Traduzione: Fulvio Giudici, Sant’Antonino