Non riuscendo a trovare sul mercato un mezzo d'esbosco che rispondesse alle proprie esigenze, Philippe Masi, imprenditore forestale di Fleurier (NE), ha chiesto a Martin Bühler, meccanico di veicoli agricoli, di costruire per lui un trattore su cingoli personalizzato. Il mezzo d'esbosco è in funzione da diversi anni e si è rivelato efficiente specialmente laddove i trattori convenzionali su ruote non riescono ad arrivare.
Prendete un trattore agricolo, togliete la barra da traino e il dispositivo con attacco a tre punti originale, rinforzatelo con 2 t di scocca d'acciaio, aggiungete 500 kg di verricello e diversi accessori e con oltre 680 ore di lavoro e un supplemento di alcune notti insonni riuscirete ad ottenere il trattore d'esbosco a lungo sognato da Philippe Masi.
Nel 2007, Martin Bühler si è messo in gioco accettando la sfida di realizzare il sogno forestale del suo cliente di Fleurier (NE). Martin Bühler è un meccanico di veicoli agricoli e direttore della filiale Jeanneret Hydro-Méchanique Sagl della Brévine (NE). Il suo capo gli diede carta bianca per occuparsi di questo progetto: dal preventivo, al design, ai dettagli costruttivi, fino al collaudo finale. Martin non è proprio un neofita nel campo dell'ingegneria meccanica ed ha già realizzato o modificato altri mezzi forestali. I trattori forestali rappresentano dunque un po' il suo pallino!
Un trattore spogliato
"Dopo aver esaminato quanto offriva il mercato dei mezzi d'esbosco - non molto per la verità... - abbiamo optato per un New Holland TK100A che meglio corrispondeva alle nostre specifiche", racconta Martin Bühler. Questo mezzo da 93 CV venne consegnato nel febbraio 2008 alla Brévine con il suo equipaggiamento di tipo agricolo. "Purtroppo non era possibile ricevere solamente il veicolo allo stato grezzo. Quindi abbiamo dovuto acquistare un modello di serie e quindi rimuovere tutto ciò che non ci serviva", spiega il meccanico.
Un mezzo nella sua culla d'acciaio
Il primo lavoro da eseguire su un veicolo messo a nudo consiste nel dotarlo di una presa di forza frontale, alimentata direttamente dal motore. Un "kit di montaggio" ha agevolato il lavoro del meccanico. Questa presa di forza costituirà il sistema che permetterà il movimento dei verricelli. Durante la seconda tappa, Martin Bühler ha provveduto a costruire una scocca d'acciaio, una specie di culla che circonda completamente l'intero chassis originale del veicolo. Questa carenatura è realizzata con una lamiera d'acciaio spessa 25 mm in modo da resistere agli urti e alle notevoli sollecitazioni.
Un lavoro assai impegnativo: "Sono partito da una piastra che ho dovuto ritagliare con la fiamma ossidrica al plasma e con una troncatrice a disco in varie parti, poi saldate tra di loro". Per garantire una sufficiente rigidità del telaio, la parte inferiore è stata rinforzata. Questo irrigidimento è imprescindibile dal momento che, durante i lavori di esbosco, sia l'argano anteriore, che lo scudo posteriore vengono intensamente sollecitati e devono assorbire la maggior parte degli urti e delle forze che si sviluppano in fase di trazione dei tronchi.
Cura di ogni minimo dettaglio
Martin Bühler ha dovuto attingere spesso al suo bagaglio di esperienze per trovare una soluzione ai diversi problemi di dettaglio. Il serbatoio del carburante ha dovuto "emigrare" dalla sua posizione originaria laterale, verso il tetto per permettere il passaggio delle funi d'esbosco e per facilitare l'accesso alla cabina del conducente. Questa è stata trasformata in una versione "forestale" più stabile. Un potente argano doppio Adler è stato montato frontalmente, in posizione relativamente alta e sporgente rispetto ai cingoli, alfine di evitare che l'argano potesse entrare in contatto con il suolo nei passaggi più difficili.
Compatto, potente e comunque molto stabile
In questa posizione rialzata la guida delle funi, direzionabili grazie a pulegge orientabili, riesce ad impedire che le funi in movimento potessero toccare i cingoli. Il mezzo modificato non presenta nessun inconveniente a livello di statica e di sicurezza grazie al suo baricentro situato circa 20 cm sotto alla quota superiore dei cingoli. Il trattore così abbassato può essere utilizzato in assoluta sicurezza anche a piena potenza e con carico completo, anche perché lo scudo posteriore è calcolato per essere piantato a filo del cingolo posteriore.
Un nuovo sogno per Martin
: a. 7 t (4,9 t in origine)
Mezzo funzionale, ma anche confortevole? "Per quanto riguarda il punto di vista del conducente è possibile fare di meglio", spiega Philippe Masi sorridendo. "Guidare un mezzo cingolato non è il massimo del comfort, anche se in genere il conducente non trascorre giornate intere incollato al sedile. Si tratta quindi di un aspetto piuttosto di secondaria importanza". A parte questo inconveniente, il conducente Martial Oppliger, dipendente addetto all'esbosco dell'impresa Philippe Masi, non ha inconvenienti da segnalare . "Se uno non ha paura e assume comunque un comportamento prudente, con questo mezzo può accedere praticamente ovunque, anche su terreni difficili che, come quelli dei pendii esposti a Nord del Giura, sono marnosi, scoscesi e quasi perennemente bagnati".
Ora Martin Bühler si immagina già gli ulteriori sviluppi della sua realizzazione, con i nuovi modelli di mezzi d'esbosco cingolati a trasmissione idrostatica. Nella sua fervida mente concepisce addirittura un trattore completamente radiocomandato. Martin è disposto a prendere in considerazione qualsiasi proposta di potenziali clienti o amatori, che possono farsi avanti fin d'ora!
I dati chiave | |
Macchina di base: | New Holland TK100A |
Motore: | 3,9 l, 4 cilindri, turbo, 93 cv |
Idraulica (originale): | max. 45 l/min. |
Peso: | a. 7 t (4,9 t in origine) |
Dimensioni: | ca. 400 cm (Lu) x 175 cm (la) (336 x 175 cm in origine) |
Trasmissione: | meccanica 8 marce Avanti/ 8 Retro (originale) |
Argani: | 2 x 10 t (Adler), fune Ø 13 mm di 100 m, con radiocomando e alimentati dalla presa di forza frontale. |
Traduzione: Fulvio Giudici, Camorino