Fig. 2 - Sia che esso si trovi in una foresta, oppure nelle vicinanze degli insediamenti umani, lo scricciolo si trova a proprio agio, a condizione che il suo habitat sia caratterizzato da un certo "disordine". In genere è facile osservarlo all’interno del sottobosco. Foto: Doris Hölling (WSL)
Uno dei più piccoli uccelli d’Europa è al tempo stesso anche uno dei più chiassosi: si tratta dello scricciolo. Richiama su di sé l'attenzione soprattutto grazie al suo canto squillante. Il più delle volte si nasconde nel fitto del sottobosco e si sposta piuttosto saltellando che volando attraverso i cespugli e le cataste di ramaglia. Per costruire i suoi nidi di forma sferica, lo scricciolo ha bisogno di folte siepi e della presenza di legno morto caduto a terra in bosco. Designato "uccello dell’anno del 2012", in Svizzera il suo habitat ideale è costituito da foreste naturali nelle quali è presente un'alta percentuale di legno morto.
Un paesaggio ricoperto di neve, la natura si trova nella sua pausa invernale, nei boschi non si ode alcun canto degli uccelli. Poi, improvvisamente, dal sottobosco un uccellino diffonde il suo canto squillante, con prolungati trilli di note stridenti ma musicali. La voce potente appartiene ad un maschio di scricciolo, che già in febbraio si appresta a difendere vigorosamente il suo territorio. Alla distanza di un metro la voce di questo uccello indigeno raggiunge una potenza sonora di ben 90 decibel, intensità simile a quella emessa da un martello pneumatico!
Il volume sonoro sembra smentire il fatto che lo scricciolo (Troglodytes troglodytes) è in realtà uno dei più piccoli uccelli presenti in Europa: solamente il regolo comune (Regulus ignicapilla) e il fiorrancino (Regulus ignicapilla) sono più piccoli. Il suo nome evocativo, il suo aspetto audace e la sua minuscola taglia fanno dello scricciolo una delle nostre specie di uccelli più popolari e conosciute.
Il topolino alato del sottobosco
E’ relativamente difficile avere un incontro ravvicinato con lo scricciolo, anche se si sa che con una popolazione variabile tra le 400’000 e le 550’000 coppie nidificanti (2013-2016), in Svizzera è una tra le specie di uccelli più comuni. Esso si trattiene primariamente in postazioni vicine al suolo e, come un piccolo topolino, si arrampica saltellando attraverso il fitto sottobosco, all’interno degli apparati radicali degli alberi sradicati dalle intemperie, oppure dentro le cataste di ramaglia.Dotato di un becco piuttosto appuntito e leggermente ricurvo, va alla ricerca di ragni, opilionidi, falene, mosche e altri insetti. In primavera, quando il fogliame non è ancora pienamente dischiuso e lo scricciolo è nel suo periodo di parata nuziale, le probabilità di riuscire ad osservarlo sono maggiori. A volte, abbandona per un attimo i cespugli iniziando a diffondere il suo trillante canto, emesso scuotendo a sinistra e a destra la propria testolina.
Una volta adocchiato uno scricciolo, è abbastanza facile identificarlo. La sua coda eretta verso l’alto, il suo piumaggio color bruno-ruggine contrassegnato da bande trasversali scure disposte sul dorso e da una fascia chiara situata sopra agli occhi, sono caratteristiche che, assieme alla sua taglia assai minuta, rendono lo scricciolo abbastanza inconfondibile. Le ali piuttosto corte e arrotondate, non fanno dello scricciolo un provetto volatore, permettendogli – escludendo le migrazioni – di percorrere solo delle distanze piuttosto brevi, attitudine che lo incita ad evitare le aree piuttosto aperte. Le lunghe zampette sono provviste di dita altrettanto lunghe, dotate di forti artigli, con i quali lo scricciolo riesce ad arrampicarsi agevolmente anche su tronchi d'albero verticali. E’ possibile distinguere esemplari maschi dalle femmine unicamente in base al comportamento: cantano solo i maschi e covano solo le femmine. I suoi nemici che si trovano a terra vengono scacciati cantando a squarciagola. All’avvicinarci di un pericolo proveniente dal cielo, lo scricciolo si rifugia invece in un nascondiglio sicuro.
Un nome quasi "regale"
Secondo una favola del narratore greco Esopo (600 a.C.) gli uccelli decisero di coronare loro Re quello che era in grado di volare più alto. Un furbo scricciolo si nascose tra le piume di un'aquila. Quando quest’ultima volò più in alto degli altri uccelli, il piccolo scricciolo uscì dal suo dorso e iniziando a sovrastarla gridò: "io sono il re!". Infuriati, gli altri uccelli lo segregarono nella tana di un topolino, dal quale lo scricciolo riuscì tuttavia a fuggire di nuovo. Da allora, esso vive nel sottobosco con la paura di essere nuovamente scoperto. Versioni simili della favola dedicata a questo regale uccellino, esistono in diverse lingue. I fratelli Grimm ripresero peraltro questo racconto nel 1812, abbellendolo ed integrandolo nella loro raccolta di fiabe.
La popolarità dello scricciolo è espressa in innumerevoli nomi popolari, connessi per lo più alla sua presenza all’interno di siepi e di recinzioni. Nei paesi di lingua tedesca, la lista è lunga: "Haagschlüferli, Müserli, Studeritschger, Schiterchingeli, Zaunschlüpfer o Haghäxli" in Svizzera; "Zaunsänger, Schneekönig, Mäusekönig, Zaunschnerz o Backöfelchen” in Austria; "Kinivögerl, Zaunschliefer o Pfutschepfeil" in Germania.
Probabilmente non esiste un altro animale che porta così tanti nomi. Il nome scientifico "Troglodytes" deriva dalla parola greca "troglodita", che significa "cavernicolo". Il nome in realtà, probabilmente si riferisce più al suo nido di forma cavernosa.
(Quasi) ovunque in casa
Fig. 3 - Lo scricciolo ha una particolare predilezione per i boschi di latifoglie e quelli misti, ricchi di sottobosco e con abbondanza di legno morto. I suoi nidi si trovano in cavità di alberi o all’interno di cataste di rami. Foto: Doris Hölling (WSL)
Lo scricciolo comune esiste in numerose sottospecie, diffuse tra il Nord America, l'Europa, la Russia, fino al Giappone, nella fascia tra le coste del Mare del Nord e nel Mar Baltico fino alle Alpi e ai Carpazi. Nell’Europa centrale lo scricciolo ha indole piuttosto sedentaria ed è un migratore facoltativo. Gli scriccioli che vivono nella Scandinavia, nei Paesi baltici e nella Russia migrano in autunno verso regioni più calde, analogamente alle popolazioni delle foreste alpine, che tendono a spostarsi verso le quote più basse. Grazie alla tecnica delle catture ripetute è stato dimostrato che lo scricciolo, nonostante le sue piccole dimensioni, è capace di coprire in volo distanze da 40 a 50 chilometri al giorno. Il record per la più lunga distanza percorsa in volo da uno scricciolo è testimoniata da un uccello inanellato a Gotland (Svezia) e che in seguito è stato ritrovato nel sud della Spagna, a 2’800 chilometri di distanza.
Lo scricciolo si trova bene in diversi habitat. Ha comunque una preferenza per i boschi misti o di latifoglie ricchi di vegetazione accessoria (sottobosco) nei quali l’umidità del suolo è elevata. La presenza di legno morto è importante, tenuto conto che esso ama costruire il proprio nido all’interno di cataste di ramaglia, nei sistemi radicali di alberi sradicati, oppure tra i rami o nelle cavita di tronchi d'albero e di ceppaie. Se si lascia un angolo di habitat naturale all’interno del proprio giardino, non è raro riuscire ad osservare lo scricciolo anche all’interno delle aree abitate.
Mentre in primavera e in estate lo scricciolo vive soprattutto all’interno delle foreste, durante l’inverno molti individui di questa specie tendono a cambiare il loro habitat. Diversi cercano degli ambienti acquatici, dove anche nella stagione fredda si trovano un sacco di insetti. Molto apprezzate in inverno sono ad esempio le paludi, soprattutto dove sono presenti dei canneti. Ma è possibile osservarlo anche nelle aree abitate, per esempio nei pressi dei siti di compostaggio, dove riesce a trovare ancora di che nutrirsi. Al fine di mantenersi al caldo durante le fredde notti invernali, esso si raggruppa in comunità di una decina di uccelli, che si scaldano l’un l’altro. A tale scopo essi si dispongono in cerchio, mantenendo le teste allungate verso il centro del gruppo e le code verso l'esterno. Spesso i piccoli in inverno dormono dentro ammassi di piume o all’interno di edifici. Se l’inverno è particolarmente rigido, anche i maschi che di solito sono particolarmente aggressivi nella difesa del loro territorio, tendono a tollerare la presenza di altri esemplari.
Un Dongiovanni instancabile costruttore
Fig. 4 - Giovani esemplari appena nati di scricciolo, all’interno del loro nido, costruito con muschio, foglie secche e piccoli ramoscelli. Foto: Armin Kübelbeck
Fig. 5 - Esemplare femmina di scricciolo mentre nutre i propri piccoli, deponendo nella loro bocca un bruco. Foto: Armin Kübelbeck
Subito dopo la colonizzazione del proprio territorio, in primavera i maschi iniziano a costruire diversi nidi in forma grezza, all’interno dei quali cercano di attirare le femmine tramite il proprio vigoroso canto. Come materiali da costruzione essi utilizzano muschio, foglie secche, steli, rametti e piccole radici. Essi vengono impiegati allo stato umido, cosicché tendono ad indurirsi allorquando divengono secchi, conferendo la necessaria resistenza all’intero nido. I nidi di forma sferica assomigliano a dei "forni per cuocere il pane" e si trovano di solito nei pressi del terreno, tra la vegetazione folta, oppure tra le ceppaie di alberi caduti o sotto alle radici di ceppaie erose dall’acqua situate lungo le sponde dei corsi d’acqua. Più volte al giorno il maschio ispeziona i propri nidi, difendendo il proprio territorio dall’arrivo di altri esemplari maschi.
Un solo maschio deve possedere almeno due o tre nidi alfine di offrire una scelta sufficiente ampia per riuscire ad attirare almeno una femmina; ma a volte sono necessari fino a 12 nidi. Se una femmina si avvicina, il canto del maschio diviene più fluido e tranquillo, per poi divenire quasi solo un leggero bisbiglìo. Il maschio presenta alla femmina uno dei nidi, volando al di sopra di esso e infilandovi dentro la propria testa, mentre sta cantando. Solo quando la femmina mostra il proprio interesse verso il nido prescelto, avviene l’accoppiamento.
Da questo momento in poi, è la femmina che si occupa del nido. Essa riveste l’interno con delle piume, del muschio, dei peli o della lana, deponendo al suo interno da 5 a 7 minuscole uova pesanti poco più di 1 grammo. Il maschio inizialmente non si occupa più della prole. Esso è piuttosto impegnato ad attirare ulteriori femmine nel proprio territorio, allo scopo di offrire loro un nido adeguato: lo scricciolo tende pertanto ad essere poligamo, a condizione tuttavia che le condizioni di approvvigionamento in termini di cibo e la qualità dell'habitat lo permettano.
Da 13 a 15 giorni dopo, i piccoli fuoriescono dal guscio, rimanendo poi ancora 19 giorni all’interno del nido, prima di involarsi. Il maschio tende a trattenersi prevalentemente nei pressi del nido, anche se alimenta la femmina solo raramente. Durante la fase di involo i piccoli uccellini vengono di solito accompagnati dal maschio. La coppia rimane unita volando e pernottando insieme in uno dei nidi prescelti ancora per al massimo 18 giorni dopo che gli uccellini hanno abbandonato il nido. In genere, dopo un accoppiamento coronato da successo, nel mese di giugno viene allevata una seconda covata.
Il coraggio di creare disordine
Fig. 6 - Nella foresta lo scricciolo può essere aiutato adottando stratagemmi piuttosto semplici da realizzare, per esempio lasciando delle cataste di ramaglia. Foto: Doris Hölling (WSL)
In Svizzera, come nel resto dell'Europa, le popolazioni dello scricciolo non sono attualmente minacciate. Inverni rigidi possono tuttavia provocare importanti perdite, che comunque di solito sono recuperate nel giro di pochi anni. La qualità degli habitat dello scricciolo tende comunque a diminuire costantemente, poiché i giardini sono sempre più sterili, mentre le foreste divengono strutturalmente più povere a seguito dei diradamenti selettivi. Con pochi semplici provvedimenti è tuttavia possibile rimediare. Osando un po’ è ad esempio possibile trasformare i nostri giardini in piccoli paradisi naturali: magari accatastando mucchi di rami o creando recinzioni composte da rami, lasciando siepi e favorendo un sottobosco fitto e ricco di arbusti autoctoni come il sorbo, il biancospino, il prugnolo oppure il sambuco.
Anche nel bosco lo scricciolo approfitta, insieme a molti altri animali – del motto "meno sforzo è meglio". Cataste di legna e ramaglia, alberi caduti o morti in piedi lasciati intatti oltre che terreni umidi, offrono allo scricciolo condizioni ideali per nidificare e nutrirsi. Boschi simili allo stato naturale e ricchi di legno morto ospitano peraltro una grande varietà di specie animali e vegetali. La sua nomina a "uccello dell’anno del 2012" rappresenta peraltro un invito ai forestali a migliorare la disponibilità di legname morto all’interno dei nostri boschi.
Traduzione: Fulvio Giudici, Sant’Antonino