Quando, alla fine dell'era glaciale, la Svizzera ha cominciato a rinverdirsi, nei fiumi hanno fatto ritorno anche i gamberi: il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) da ovest, il gambero di torrente (Austropotamobius torrentium) da est. La linea di demarcazione passa ancor'oggi nel bel mezzo del canton Argovia. "Il che rende il nostro territorio un sito di particolare importanza per i gamberi autoctoni", spiega Thomas Stucki del servizio cantonale della pesca.
Il regno del gambero di fiume è lo Stafeleggbach, che a dispetto delle molte opere di sbarramento offre lungo buona parte del suo corso tutto ciò di cui un gambero ha bisogno: acqua pulita, fondali variati e sponde seminaturali ricche di nascondigli.
Rafforzare una popolazione vulnerabile
Fig. 2 - Questo fiume offre tutto ciò di cui un gambero ha bisogno: acqua pulita, fondali variati e sponde seminaturali ricche di nascondigli. Foto: Michael Kugler, St. Gallen
Autore di una tesi di dottorato sull'argomento, Thomas Stucki è uno dei più profondi conoscitori dei gamberi indigeni e oggi mette in pratica questo suo sapere proprio lungo lo Stafeleggbach. I gamberi che vi vivono sono ancora numerosi, ma la loro popolazione è fragile. Se i pesci muoiono a causa dei liquami o dei pesticidi, soccombono anche i gamberi. E un solo incidente basta a sterminarne un'intera colonia.
"Quello che cerchiamo di fare è valorizzare e collegare fra loro gli affluenti in modo da renderli habitat idonei ai gamberi", spiega Stucki. All'occorrenza vi si introducono anche individui provenienti dallo Stafeleggbach. Così se i pesci del corso principale muoiono sopravvivono almeno quelli degli affluenti.
Bando alle specie importate
Da 150 anni a questa parte si contano in Svizzera tre specie di gamberi autoctoni. L'ultima delle tre, il gambero di fiume europeo (Astacus astacus), è stata introdotta nei nostri corsi d'acqua da monaci medievali per i pasti quaresimali. Tutte e tre sono oggi in declino.
Non è il caso invece delle nuove arrivate: il gambero turco (Astacus leptodactylus) originario del sudest europeo e le tre specie americane, il gambero americano (Pacifastacus leniusculus), il gambero rosso e il gambero della Louisiana (Orconectes limosus).
Oltre a far concorrenza a quelle autoctone, le specie d'oltremare sono anche portatrici dell'Aphanomycosis o peste del gambero, una malattia epidemica giunta in Europa verso il 1880 con il gambero americano. L'agente patogeno - un fungo - conduce vita discreta nel suo Paese d'origine: i gamberi americani ne sono infetti, ma restano sani. In Europa, alla fine del XIX secolo, la malattia ha invece annientato la maggior parte delle specie indigene e continua a costituire una temibile minaccia. In Svizzera il gambero rosso e il gambero della Louisiana vivono fortunamente in gruppi isolati. Forse non si riuscirà ad eliminarli completamente, ma di sicuro se ne potrà impedire l'ulteriore propagazione.
Nel laghetto di Mellingen (AG) si è riusciti a farlo attraverso uno sfruttamento mirato e sistemi di cattura anti-migrazione. I lucci introdotti dai pescatori gradiscono inoltre la carne del crostaceo. E lo stesso fanno i clienti di un ristoratore locale, che ha fatto del gambero della Louisiana la specialità della casa.
specie indigeni | specie esotiche |
gambero di fiume europeo | gambero turco |
Piano d'azione per salvare i gamberi
Fig. 3 - Gambero di torrente (Austropotamobius torrentium)
Foto: Michael Kugler, St. Gallen
Il piano nazionale propone una serie di raccomandazione che mirano a modificare la situazione e a mettere a disposizione dei Cantoni uno strumento pratico che permetta di agire in favore della conservazione dei gamberi indigeni. Il piano distingue due tipi d'intervento:
- le misure di protezione delle popolazioni indigene (rinaturazione dei loro habitat, definizione di popolazioni "serbatoio" e programma di reintroduzione)
- le misure di lotta contro le specie indesiderate (confinamento delle popolazioni, campagne di eliminazione e d'informazione, monitoraggio della peste del gambero e misure di gestione)