Metodi adottati nella ricerca sugli anelli di accrescimento
Il materiale utilizzato nella ricerca sugli anelli di accrescimento consiste in carotine o rotelle legnose prelevate dai fusti degli alberi. Specialmente del caso dell’analisi di alberi cresciuti in modo molto lento le rotelle sono più vantaggiose, in quanto gli anelli fortemente ravvicinati o addirittura mancanti possono essere identificati solo esaminando il loro andamento lungo l’intera rotella. Per l’analisi dell’evoluzione del diametro il prelievo di carotine all’altezza di 1,3 m (detta "a petto d’uomo", vedi figura 1) si è rivelata idonea, in quanto fornisce dati referenziabili a quelli raccolti durante gli inventari forestali ed utilizzati dai modelli di simulazione di gestione aziendale. Per ricostruire lo sviluppo nel tempo delle altezze di un albero si impiegano invece diverse rotelle prelevate a differenti altezze (figura 3).
Se uno studio mira a esaminare lo sviluppo del popolamento arboreo principale, i campioni saranno prelevati unicamente dalla popolazione di alberi dominanti. Se invece si vogliono studiare questioni inerenti la dinamica evolutiva dell’intero soprassuolo, allora potrebbe essere indispensabile considerare soggetti arborei appartenenti a tutte le classi sociali o all’intera gamma degli stadi di sviluppo presenti. Le conifere e le specie latifoglie con zone porose o semi-porose come la quercia, il frassino o il castagno presentano anelli di accrescimento con caratteristiche strutturali ben differenziate che ne facilitano l’identificazione, la lettura e la loro misurazione. Le latifoglie con zone a porosità diffusa come ad esempio la betulla o l’acero richiedono invece un’ulteriore colorazione dei campioni legnosi, allo scopo di rendere maggiormente visibili i limiti degli anelli di accrescimento annuali.
I processi di crescita nei boschi gestiti secondo differenti strategie di utilizzazione vengono verificati per mezzo di sperimentazioni eseguite in campo, prevedendo un numero sufficiente di ripetizioni di aree di studio e di testimoni di controllo. In questo contesto la scelta di tali aree di controllo va fatta con grande attenzione. I soprassuoli non devono infatti essere comparabili solamente dal punto di vista delle condizioni stazionali presenti: gli effetti dei differenti sistemi di trattamento possono infatti essere discriminati se anche il tipo, l’età, la struttura e la storia precedente dei soprassuoli esaminati sono il più possibile equiparabili.
I processi che si svolgono sul medio o lungo periodo richiedono peraltro metodi di elaborazione dei dati specifici. Diverse cause come l’invecchiamento, le modalità di gestione ed i cambiamenti a breve termine dei fattori ambientali provocano differenti risposte sui modelli di crescita, influenzandosi e occultandosi a vicenda. Per questo motivo il materiale di studio esaminato dovrebbe presentare una ripartizione che spazia su un’ampia gamma di età e di trattamento selvicolturale, oppure essere stratificato, elaborando in tal modo solo i dati prescelti ad esempio in determinate classi di età.
Le condizioni di concorrenza sono visibili nella struttura degli anelli di accrescimento
Figura 2 - Improvviso miglioramento della crescita provocato dall’abbattimento di un albero vicino. Il momento esatto del taglio di quest’albero concorrente è indicato dal colore blu. Foto: Fritz Schweingruber (WSL)
Figura 3 - Analisi di un fusto. Il diagramma indica lo sviluppo in altezza (asse verticale, in metri) e in diametro (asse orizzontale, in centimetri) di un abete rosso di 24 anni d’età. Fonte: applicazione Stanly © J. Nagel, NFV Göttingen
Nelle foreste trattate i soprassuoli sono delimitati quali unità di gestione. Un soprassuolo boschivo si contraddistingue dal fatto che presenta caratteristiche omogenee dai punti di vista della composizione delle specie e rispettivamente della loro mescolanza ed eventualmente da quello dell’età, della struttura e della tessitura. Gli alberi appartenenti ad un soprassuolo costituiscono una comunità vitale in grado di opporsi in modo solidale a diverse avversità quali il vento o gli stress provocati da un eccesso di traspirazione (siccità, microclima sfavorevole), ma anche di offrire condizioni propizie alla rinnovazione. Essi si trovano tuttavia a competere tra di loro per sfruttare al meglio la luce, l’acqua e le sostanze nutritive disponibili.
Questi complessi rapporti di vicinato tra gli alberi trovano espressione sulla struttura dei cerchi annuali presenti nei loro fusti legnosi (figura 2). Nell’analisi dell’andamento degli anelli di accrescimento la valutazione e l’interpretazione delle condizioni di concorrenza e i relativi mutamenti nel corso del tempo costituiscono delle importanti conoscenze di base per meglio comprendere le dinamiche che contraddistinguono l’evoluzione delle foreste.
Considerato che queste dinamiche non sono regolate unicamente dalle attività di gestione forestale ma che sono anche influenzate da fattori di disturbo di origine naturale, è necessario l’allestimento di aree sperimentali nelle quali gli interventi di utilizzazione precedenti sono stati ben documentati. Grazie ad una distinzione degli influssi naturali da quelli di origine antropica risulta possibile un esame differenziato dei diversi fattori che contribuiscono a modificare la struttura degli anelli di accrescimento.
Vantaggi della ricerca sugli anelli di accrescimento per la gestione forestale
Grazie all’esame dei campioni e dei dati raccolti, gli studi sulle sequenze degli anelli di accrescimento permettono di ricostruire ed interpretare gli eventi ed i processi evolutivi che nel passato hanno influenzato lo sviluppo di singoli alberi o di interi soprassuoli (figura 2). La ricerca sugli anelli di accrescimento può quindi fornire a chi opera nel campo della gestione forestale importanti informazioni riguardanti lo sviluppo in altezza, diametro e volume degli alberi, oltre che offrire preziose prove sull’esistenza e le relative cause di eventuali perdite di vitalità o disfunzioni databili con precisione, eventi che potrebbero avere interferito con i normali processi di crescita. In tal modo il gestore forestale dispone di utili indicazioni per definire o correggere gli obiettivi della propria selvicoltura e per individuare i provvedimenti ed i trattamenti idonei. E’ peraltro possibile studiare anche le reazioni o le risposte innescate dagli interventi selvicolturali, come ad esempio:
- effetti di nuovi margini boschivi bruschi provocati dalla costruzione di strade o dall’esecuzione di tagli di rinnovazione;
- influssi sulla qualità di interventi di potatura o di tagli di sramatura delle chiome;
- risposte ad impieghi di fertilizzanti in caso di carenze nutritive;
- effetti provocati dalla spanditura di fanghi di depurazione o dal riciclaggio di ceneri in bosco;
- effetti provocati dall’abbassamento del livello delle falde freatiche;
- influssi nocivi sul suolo causati dal transito di veicoli e macchinari forestali;
- miglioramento delle qualità intrinseche del legno per la produzione di legnami pregiati e con proprietà tecnologiche elevate caratterizzati da anelli d’accrescimento regolari.
Le ricerche sugli anelli di accrescimento sono utili anche per rispondere a quesiti legati a fattori climatologici, ecologici ed ambientali, permettendo di identificare ed interpretare sia eventi improvvisi e di breve durata, che tendenze evolutive a lungo termine. Recentemente balzati alla ribalta sono ad esempio i trend di crescita in relazione al deperimento delle foreste, alle deposizioni ed immissioni azotate o acide, alla problematica dell’aumento della CO2 oltre che al mutamento e al riscaldamento globale del clima. Eventi perturbanti che agiscono a breve termine sugli ecosistemi forestali sono:
- periodi di siccità;
- gelate o periodi di freddo improvvisi;
- tempeste;
- processi geo-morfologici;
- insetti dannosi e altri agenti fitopatogeni;
- gli effetti di inquinanti dannosi in situazioni di inversione termica (per es. polveri sottili);
- effetti provocati da radiazioni non ionizzanti.
Malgrado questi disturbi non siano causati dagli interventi di utilizzazione delle foreste, i risultati forniti dalle ricerche sugli anelli di accrescimento forniscono ai responsabili della gestione dei boschi validi indizi per la valutazione dei rischi e per i provvedimenti volti a minimizzare i danni.
Conseguenze pratiche
La ricerca sugli anelli di accrescimento studia da un lato con approccio retrospettivo i processi di crescita avvenuti durante l’intera vita degli alberi. In tal modo essa fornisce suggerimenti sul momento, la durata e l’intensità delle interazioni provocate alla gestione forestale, valutandone le risposte e le conseguenze. D’altra parte essa permette di interpretare i modelli di crescita ritrovati nei campioni legnosi esaminati, tenendo conto delle cause antropogene. Da una simile lettura si possono quindi desumere quali saranno le tendenze evolutive future ed ipotizzare possibili scenari alternativi. In tal modo gli studi sugli anelli di accrescimento possono contribuire ad ottimizzare strategie e concetti di gestione e di utilizzazione delle foreste o a svilupparne di nuovi.
Traduzione: Fulvio Giudici , S. Antonino