Se, da un lato, aumenta, a livello nazionale e internazionale, lo sfruttamento delle risorse naturali, dall’altro, con il crescente benessere la popolazione sente sempre più l’esigenza di voler vivere in un ambiente in cui siano garantite le basi naturali della vita, la sicurezza e la salute dell’individuo. La politica delle risorse mira a gestire l’accesso alle risorse naturali e quindi il loro consumo. La politica della risorsa legno definisce in tal senso un quadro di riferimento per un’utilizzazione sostenibile ed efficiente della materia prima legno in Svizzera tenendo conto dei vari interessi legati al bosco e al legno.
Fig. 2. Utilizzo a cascata. Foto: Markus Bolliger
Il legno rappresenta una risorsa naturale importante per la Svizzera: non solo è una materia prima rinnovabile e a impatto zero sul clima, ma può essere anche valorizzato come materiale (materiale da lavoro e da costruzione, per la produzione di carta e cellulosa) e utilizzato come fonte di energia (calore, elettricità mediante l’accoppiamento termo-elettrico e carburante). Essendo ricco di carbonio, il legno potrebbe inoltre assumere un’importanza crescente per l’industria chimica e farmaceutica.
Se si considera l’intero territorio nazionale, il potenziale di utilizzazione del legno del bosco svizzero non risulta sfruttato appieno. Le ragioni sono da ricondurre, per esempio, alle piccole dimensioni dei boschi di proprietà, alle decisioni operate dai proprietari dei boschi sul fronte dell’offerta, ai costi di raccolta del legname dovuti alle condizioni del terreno nelle varie regioni e alla debole domanda di determinati assortimenti di legno, tra cui in particolare i tronchi di latifoglie.
Lo sviluppo demografico e la crescita economica, in particolare in Asia, hanno determinato un forte aumento del fabbisogno di energia e di risorse. Tali sviluppi hanno avuto ripercussioni anche sui mercati del legno, come dimostra la crescita mondiale della domanda di questa materia prima. Per far fronte alla sempre maggiore scarsità delle risorse energetiche (sicurezza dell’approvvigionamento) e agli effetti del riscaldamento globale, la politica energetica e climatica – soprattutto a livello europeo – puntano sempre di più sulle materie prime rinnovabili, acuendo la concorrenza tra le varie forme di valorizzazione (utilizzazione del legno come materiale o a fini energetici) di questa materia prima, la cui disponibilità è limitata. Esistono però anche altri conflitti di interesse che riguardano le esigenze alle quali deve rispondere il bosco (utilizzato sia come luogo destinato ad attività ricreative sia come fonte da cui attingere il legno).
Aggiornamento della versione del 2008
Si ritiene pertanto necessario un impegno da parte della Confederazione volto a incoraggiare un’utilizzazione coerente e sostenibile2 del legno dei boschi svizzeri e la sua valorizzazione efficiente. Al fine di raggiungere tale obiettivo, nel 2008, la Confederazione, d’intesa con le politiche settoriali rilevanti, i Cantoni, l’economia forestale e del legno nonché altri partner di rilievo, ha formulato una politica della risorsa legno affidandone la supervisione all’UFAM.
Dal 2009 la politica della risorsa legno viene attuata attraverso il cosiddetto piano d’azione Legno, dando priorità a un impiego razionale del legno dal punto di vista ecologico ed economico. Si ritiene che l’approccio «a cascata», che prevede un’utilizzazione del legno prima come materiale e poi a fini energetici, possa risultare particolarmente utile in un’ottica di efficienza, mentre per quanto riguarda l’utilizzazione energetica si mira a ottenere un’elevata efficacia della tecnologia di conversione.
Da una valutazione della politica delle risorse e del piano d’azione Legno effettuata nel 2011, così come dai riscontri ottenuti dalle varie consultazioni presso gli attori rilevanti, si evince che gli obiettivi della politica della risorsa legno sono stati fissati in maniera appropriata, tenendo conto anche del contributo che essa può offrire alla risoluzione di importanti sfide di politica sociale, in particolare per la politica energetica e climatica del nostro Paese. Stando alla valutazione, anche i punti chiave del piano d’azione (2009–2012) e i principi generali alla base della sua attuazione si sono rivelati in gran parteefficaci. Per tale ragione, si è deciso di prorogare il piano d’azione – leggermente modificato – di altri quattro anni (2013–2016).